Francesco Bacone nasce a Londra nel 1561.
Secondo Bacone la scienza non ha soltanto carattere conoscitivo ma anche e sopratutto pratico: essa può contribuire a creare migliori condizioni di vita per gli uomini.
La critica di Bacone si rivolge contro i seguaci di Aristotele, accusati di scarso vigore teorico e di dipendenza nei confronti di una visione ormai superata. In particolare Bacone ritiene che occorra liberare la conoscenza da quattro gravi pregiudizi (ìdola):
1. idoli della tribù, che appartengono all'intero genere umano in quanto dipendono da vere e proprie disposizioni naturali;
2. idoli della spelonca, ossia i pregiudizi che derivavano dall'educazione, dalla famiglia, dal carattere personale;
3. idola della piazza, prodotti dal linguaggio e dal uso ambiguo e impreciso;
4.idola del teatro, cioè i pregiudizi che derivano dalle diverse dottrine filosofiche.
Bacone afferma innanzitutto che l'uomo deve avere come suo compito precipuo quello di interpretare la natura e le leggi. A tal fine, egli identifica il metodo più opportuno nell'induzione.
Bacone invita a utilizzare delle "tavole", cui consistono nel predisporre, ordinare e catalogare il materiale empirico.
1. tavole della presenza;
2. tavole dell'assenza;
3. tavole delle comparazioni.
Nella sua opera, la Nuova Atlantide, Bacone delinea una società utopica, cui gli scienziati detengono il potere politico e promuovono il benessere dei cittadini, operando in piena e perfetta collaborazione con l'unico intento di fare scoperte utili per l'umanità.
Quella tratteggiata da Bacone nella sua utopia è una società giusta e pacifica perché, grazie all'impiego della scienza e della tecnica, ha sconfitto la superstizione, l'ignoranza, la violenza e l'oscurantismo.
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